"Ho avuto modo di osservare, in questi ultimi anni, l'evolversi graduale della
ricerca pittorica di Giovannetti. Proseguendo nell'affinamento del suo linguaggio,
il pittore mi sembra avere esercitato un controllo efficace sulla componente
decorativa che all'origine connotava la sua vena. Sono così nate le sue icone laiche,
siano fieri busti virili o trasognate fanciulle, siano scorci di paesaggio montano
o volti colte in un mansueto abbandono. Figure, animali, oggetti si articolano
secondo una evidente preoccupazione struttiva di equilibri tra spazi e volumi,
tra le due e le tre dimensioni.
Anni, dunque, di chiarimento a se stesso, questi recenti; e devo dire che
gli esiti paiono indubbiamente positivi.
Come in tanta parte dell'arte iconica, anche qui il pittore opera una
idealizzazione della realtà: una idealizzazione che si accompagna ad un
intervento costante di fantasia visionaria e magari trova il suo svincolo
in un colore sontuoso folto di implicazioni mentali. Ed è, per Giovannetti,
il presupposto atto a ricreare una sua realtà, una 'realtà altra', di una
misura particolare, fatta di scansione della memoria sul presente, di
emozione attuale sul ricordo lontano, denso di suggestioni vissute o
fantasticate. Con il risultato di dare vita a una sorta di allegoria,
in bilico fra passato e presente, e così pure tra mondo esterno e interiorità
dell'artista. Sentimenti e pensieri ora lievi ora ansiosamente intricati si
ammantano e al tempo stesso si nascondono in un velo tenue di magia melanconica,
come in una favola triste di non effimera consistenza.
In questa atmosfera vagamente artefatta il pittore si muove mischiando un
disegno accurato alle preziose vibrazioni cromatiche, dove ogni lato sa
scegliere senza azzardi la sua collocazione in un definito sistema di spazi,
forme, colori.
E' evidente che Giovannetti crede con fiducia alla facoltà di chiarire
attraverso questi mezzi esclusivamente pittorici un ordine di rapporti attivi
fra sé e il mondo esterno, che può essere anche un mondo di rimpianti e di sogni.
Nell'ambito dignitoso che gli compete guarda alle cose e le filtra come fonti di
sentimenti durevoli cercando di dare risposta alle domande che esse gli pongono.
Risposte espresse con discrezione e in tono ben calibrato, capaci di attestare
una tenera attenzione a uomini e cose visti con civile nostalgia evocativa".
Luglio 1998